Andar per mare significa condividere esperienze e fatti che sulla terraferma è assolutamente impossibile vivere o minimamente percepire.
Andar per mare è un postulato, un modo di vivere diverso, un modo di pensare diverso, un modo di parlare… e comunicare diverso.
Diverso dal comune pensiero terricolo, diverso dall’etica e dalle regole di terra, diverso da tutto ciò che non galleggiando non può tendere verso un orizzonte libero.

La navigazione è arte.
E come ogni arte richiede la sua codifica, il suo modo di comunicare, il suo linguaggio.

E allora, l’opera di Giancarlo Basile, raffinato e preparato velista, ci appare un po’ come un faro nella notte dopo dieci ore di buriana.
Quel nobile e raffinato linguaggio formatosi in secoli di storia, viene imbastardito dalla grande diffusione vissuta tra gli anni cinquanta e settanta della nautica da diporto che ha avvicinato al mare e alle barche moltissima gente che non ne aveva mai avuto a che fare in precedenza.
Il linguaggio in barca è assolutamente protagonista e il suo uso improprio può dare origine a spiacevoli e dannosi equivoci: possedere questo “VOCABOLARIO DEL VELISTA” significa re-imparare o rinfrescare quel linguaggio, farlo rivivere e renderlo proprio, perché una cima in barca sia sempre una “CIMA” , non una corda.

Anche il lettore più esperto o più anziano, potrà avere grande soddisfazione consultando questo Vocabolario, perché in esso sono racchiusi anni e anni di esperienza di uno dei marinai nostrani più autorevoli ed esperti, il cui intento nobile è quello di non far dimenticare o storpiare il linguaggio marinaresco.

Ogni uomo di mare che si rispetti deve parlare quel linguaggio, per navigare correttamente, per comunicare correttamente col proprio equipaggio, per sentirsi parte dello stesso mondo.

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