RUBRICA SETTIMANALE “PAROLA DI SKIPPER” | IL TANGONE

Attrezzatura

2.6 Il tangone

Il tangone è l’asta che viene impiegata sulle imbarcazioni per tenere fermo, nella posizione desiderata, l’angolo di mura dello spinnaker, oppure per mantenere bordato il fiocco o il genoa nella navigazione a farfalla. Sulle barche d’epoca è in legno, ma normalmente è costituito oggi da un tubo in lega leggera (ha fatto la sua comparsa anche il carbonio, più leggero dell’alluminio a parità di resistenza, ma dal costo ben più elevato), dotato alle due estremità delle “varee”.

Il termine “varea” indica in genere l’estremità di un pennone, del boma, del picco, etc. Per quanto riguarda il tangone, è entrato nell’uso comune indicare con questo nome i due pezzi che sono fissati alle sue estremità. Queste possono essere simmetriche, quando il sistema di strambata è a “bilancino”. Sono costituite da pezzi di fusione a forma di “U”, chiudibile da un pistoncino a molla, che è comandato da una sagoletta collegata a entrambi i pistoncini. In tal modo la manovra di apertura può essere comandata a distanza, liberando il braccio dello spinnaker che vi era inserito. E’ opportuno che il pistoncino sia rivolto verso l’alto, essendo così più facile liberare il braccio durante la strambata.

L’altra “varea” va incocciata a un golfare fissato sulla parte anteriore dell’albero. Il golfare è fisso sulle derive più piccole, ma è regolabile in altezza sulle imbarcazioni più grandi, essendo solidale con un carrello scorrevole su un’apposita rotaia. Le “varee” più sofisticate, ma anche più costose, sono dotate di un dispositivo a grilletto che, una volta aperte, le mantiene col pistoncino in posizione di apertura finchè non vengono incocciate nel golfare dell’albero e/o al nuovo braccio durante le strambate.

A questo punto il grilletto, inserito nel cavo della “U”, scatta e il pistoncino va automaticamente in posizione di chiusura. Questo dispositivo è il valido aiuto per il prodiere, che non è costretto a impegnare una mano per tenere la varea aperta durante la manovra, potendole così usare entrambe per portare il tangone da un lato all’altro.

Sia l’amantiglio che il caricabbasso sono collegati al tangone mediante una “patta d’oca” (cavetto a “V”), che ne consente l’impiego su ambo i lati. Sulle imbarcazioni che superano i 9-10 metri, specie se armate in testa d’albero, la superficie dello spinnaker non consente di usare il sistema “a bilancino” per la strambata.

Occorreranno allora le doppie manovre (due bracci e due scotte) e il tangone resterà vincolato all’albero durante la strambata. Lo si farà passare dall’altra parte ammainando l’amantiglio del necessario per fargli scapolare lo strallo.

Con questo sistema il tangone sarà dotato di una sola “varea”, essendo provvisto di un pezzo tronco-conico all’estremità da inserire nella “campana” vincolata all’albero, in genere mediante carrello e rotaia per potere essere regolata in altezza. Normalmente il tangone è lungo quanto la base del triangolo di prua, ma la tendenza moderna è di allungarlo per aumentare le prestazioni.

Tratto dal libro Parola di Skipper, Editrice Incontri Nautici di Giancarlo Basile