Dal 1405 al 1433 Zheng He (1371 – 1434) viaggiò per sette volte lungo la Via della Seta attraverso l’Oceano Indiano. Ad ogni sosta nei porti stranieri, rendeva una visita di cortesia al governatore del luogo e si impegnava in scambi culturali e commerciali con gli abitanti, dando un contributo grandissimo al rafforzamento delle relazioni diplomatiche con quei paesi. In ogni viaggio, inviati stranieri si univano alla flotta per il viaggio di ritorno in Cina. La flotta di Zheng He trasportava all’estero manufatti di seta, di bronzo, di ferro, di porcellana, di oro e di argento e monete. Porcellane cinesi sono state scoperte durante gli scavi archeologici in quasi tutte le aree geografiche toccate dalla flotta. Nelle tombe e nei castelli del Kenia e della Tanzania, risalenti al XV secolo, sono stati rinvenuti piatti e vasi cinesi in porcellana. Spezie, colori da tintoria, gioielli e animali rari furono importati in Cina, nello stesso periodo. Zheng He nacque a Kunyang, nella provincia dello Yunnan, nell’attuale distretto di Jinning, municipio di Kunming, dove la sua famiglia si era trasferita alla fine del XIII secolo, partendo dalla Cina del nord-ovest. La sua famiglia era mussulmana, ed era ancora molto giovane quando ebbe occasione di ascoltare i racconti dei viaggi alla Mecca del padre e del nonno e da qui probabilmente ebbe inizio la sua passione per la navigazione marittima e la voglia di conoscere le terre e i popoli stranieri. Nel 1381 l’imperatore Ming Zhu Yuanzhang, conquistò lo Yunnan. e Zheng He fu preso prigioniero e costretto a diventare un eunuco, addetto al palazzo imperiale e fu assegnato come paggio al principe Zhu Di.
Asceso al trono, l’Imperatore Zhu Di, nel 1403 ordinò la costruzione di una monumentale flotta imperiale utilizzata per scopi commerciali, scientifici e soprattutto per compiere spedizioni di carattere diplomatico. Nel 1405 Zheng He a soli 34 anni divenne Ammiraglio e prese il comando di tutta la flotta di grandi giunche (317 unità) che includeva anche navi mercantili, le cosiddette navi dei tesori. Ognuno dei vascelli di Zheng He era lungo 146 metri, e aveva una larghezza di 60 metri, erano dotati di quattro ponti, armati di cannoni di bronzo, catapulte e dritti di prua rinforzati per resistere anche ad eventuali collisioni con le barriere coralline. Le loro vele montate su nove alberi erano immense e realizzate con tele di seta rossa, con equipaggi di 200-300 marinai. Questi navigatori decidevano la loro direzione con l’aiuto di bussole e osservando il sole di giorno e le stelle di notte. Inoltre, durante i viaggi, sondavano la profondità delle acque ed esaminavano il fondo marino. La carta nautica di Zheng He, che fornisce indicazioni sul suo viaggio da Xiaguan di Nanjing ai paesi dell’Oceano Indiano, fu la prima carta nautica disegnata da un cinese. L’enorme flotta comandata da Zheng He, sotto l’imperatore Yongle che successe a Zhu Di, partì l’11 luglio del 1405 da Liujiagang per il primo dei sette viaggi nell’Oceano Indiano, raggiungendo le coste orientali dell’Africa, il Mar Rosso, il Giappone e la Corea. La flotta, superate Champa, Giava, Palembang. Sumatra e Sri Lanka, raggiunse Calicut, sulla costa occidentale dell’India, dove Zheng He elevò una stele di pietra come ricordo del suo passaggio. Dopo aver navigato per due anni, Zheng He tornò a Nanjing per imbarcarsi in vista di un secondo viaggio che lo portò nei mari dell’Indocina, dell’Indonesia e dell’India meridionale, spingendosi sino a toccare le coste arabiche meridionali e dell’Africa orientale tra l’attuale Somalia e il Kenya. Questa volta lasciò a Sri Lanka una lapide scolpita in tre lingue (Cinese, Tamil e Persiano) che fu scoperta nel 1911 ed è ora conservata nel Museo di Colombo. L’ultimo viaggio di Zheng He in Occidente durò due anni, dal 1431 al 1433, con 300 navi e circa 27.500 uomini, toccò i porti di Champa (oggi in Vietnam) e Giava, oltre a Palembang, Malacca, Ceylon e Calcutta. Con questa spedizione riuscì diplomaticamente a dissuadere il re del Siam dal minacciare il Regno di Malacca. Da Calcutta una parte della flotta continuò il viaggio verso ovest costeggiando il corno d’Africa sino a Malindi e strinse rapporti commerciali nell’area del Mar Rosso. Zheng He probabilmente era rimasto a Calcutta e morì nel viaggio di ritorno dove fu seppellito in mare come era in uso tra i marinai e con la testa rivolta verso la Mecca rispettando la religione mussulmana.
Ancora oggi sono largamente diffuse fra la gente dei paesi del l’Asia orientale e meridionale storie riguardo alle navigazioni verso Occidente di Zheng He. Il fatto che molte delle sue memorie siano state conservate nei luoghi dove approdò testimonia il rispetto e l’onore dei popoli per il grande navigatore. I numerosi contatti di Zheng He con l’Occidente sono un esempio di come fosse fiorente nei tempi passati la Via della Seta per mare.
Gavin Menzies, studioso inglese ed ex-ufficiale della Marina Britannica, con il suo libro 1421: La vera storia della spedizione cinese ha messo in circolazione una tesi, respinta dagli storiografi perchè sprovvista di documentazioni ufficiali, che sostiene che Zheng He nelle sue molteplici spedizioni avrebbe toccato addirittura le coste dell’Australia, della Nuova Zelanda, delle Americhe, dell’Antartide e della Groenlandia. In questa impresa Zheng He sarebbe stato affiancato dal veneziano Nicolò Da Conti che già nel 1428 avrebbe consegnato ai portoghesi, una carta con i confini delle terre che nei secoli successivi sarebbero state scoperte dagli europei. Secondo Gavin Menzies, non esistono tracce di queste scoperte, perchè i burocrati cinesi dell’epoca avrebbero deciso di tenere la segretezza perchè temevano che il costo di ulteriori spedizioni avrebbero danneggiato l’economia dell’impero. Forse la verità resterà sempre un mistero, quello che è certo è che la storia sta finalmente rendendo a Zheng He il merito di essere stato uno dei più grandi esploratori del mondo.