RUBRICA SETTIMANALE “PAROLA DI SKIPPER” | STABILITA’ DI FORMA E DI PESO

La barca

6.1 Stabilità di forma e di peso

Per definizione la stabilità della barca è l’attitudine a tornare nella sua posizione di equilibrio quando cessa di agire la forza che l’aveva distolta da quello stato. Tale forza può essere di varia natura, impressa dal moto ondoso allo scafo o dal vento sull’attrezzatura, da spostamenti di pesi o da altre sollecitazioni ricevute dall’esterno.

Vi si oppone la stabilità, che è di due tipi: trasversale e longitudinale. La prima reagisce alle inclinazioni di rollio, la seconda a quelle di beccheggio. Quest’ultima è sempre molto elevata, mentre è la stabilità trasversale quella che richiede particolari attenzioni, sia in fase di progetto che di utilizzo, per fornire le necessarie garanzie di sicurezza. Nel caso che più interessa noi velisti, la stabilità trasversale è ancora più importante in quanto fornisce le capacità di “tenere tela” al vento, il che vuole dire potere disporre di una potenza adeguata alle circostanze. Ciò è apprezzabile soprattutto quando si deve risalire il vento di forte intensità, contro il mare che naturalmente si incontra in quelle condizioni.

La stabilità è determinata dalle forme dello scafo e dall’entità e disposizione dei pesi, tanto che si parla di stabilità di forma e di peso: la prima è caratteristica degli scafi di elevata larghezza e peso moderato, la seconda di quelli stretti, profondi e ben zavorrati. Il compromesso migliore tra i due estremi dispende dall’impiego previsto per la barca, visto che ciascuno offre vantaggi e svantaggi, ma è anche determinato in buona misura dalle idee dei vari architetti. La tendenza inglese, ad esempio, è stata per un lungo periodo favorevole alla stabilità di peso, contrapposta a quella americana orientata verso la stabilità di forma.

Le più moderne imbarcazioni, tuttavia, sembra abbiano raggiunto un più definito e uniforme equilibrio tra le due tendenze, che dipende essenzialmente dal tipo di imbarcazione. Quella destinata alla regata è indirizzata verso l’estrema leggerezza e, per ottenere la necessaria stabilità, la pinna deriva, moderatamente zavorrata all’estremità, è diventata molto profonda.

Inoltre, in alcuni tipi di imbarcazioni destinate a particolari regate, la pinna è stata resa basculante, in modo da rendere la barca più potente portando il baricentro sopravento. Allo stesso scopo si sono anche diffuse le casse di zavorra laterali ad acqua di mare (le cosiddette “ballast”), che hanno il vantaggio di potere essere vuotate rapidamente quando non servono, alleggerendo così in maniera rilevante l’imbarcazione alle andature e nelle condizioni che lo richiedono per ottimizzarne le prestazioni.

Talvolta il riempimento o lo svuotamento di queste casse influisce anche sull’assetto longitudinale. Così, all’alleggerimento potrà essere associato un innalzamento della prora, spesso determinante per fare passare lo scafo al regime di veloce planata. Naturalmente le imbarcazioni da crociera non sono dotate di pinne basculanti, né di casse di zavorra e il loro pescaggio è moderato, così dovranno essere necessariamente più pesanti.

Tratto dal libro Parola di Skipper, Editrice Incontri Nautici di Giancarlo Basilestabilità

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