RUBRICA SETTIMANALE “PAROLA DI SKIPPER” | LE LANDE

Attrezzatura

2.4 Le lande

L’importanza delle lande, o landre, è ben nota agli architetti e ai costruttori di barche, avendo la funzione essenziale di scaricare allo scafo le forti trazioni delle sartie. Nel passato, quando era il legno il materiale di costruzione più usato, le lande venivano imbullonate alle fiancate dall’esterno oppure attraversavano la coperta e venivano collegate alle coste mediante opportuni pezzi strutturali. In presenza di vento forte e mare formato i corsi del fasciame potevano muoversi sotto le elevate sollecitazioni imposte dalle lande, pregiudicando così la tenuta del calafataggio.

Oggi, con la vetroresina, il problema delle infiltrazioni dell’acqua normalmente non si pone, ma non è detto che non possano sorgerne altri, come una più o meno visibile deformazione permanente dello scafo. Una piccola deformazione è inevitabile, anche negli scafi più rigidi. L’importante e che sia elastica, cioè che al cessare della massima sollecitazione possibile, che si ha a esempio in seguito a un “coricamento” della barca per una straorzata sotto spinnaker, lo scafo, e le strutture interne interessate a esso solidali, riprendano esattamente la forma che avevano prima, quando erano a riposo.

Se così non è, se cioè rimane una deformazione permanente anche impercettibile, questa è destinata a ampliarsi ogni volta che verrà superata una determinata sollecitazione, fino a diventare appariscente e anche preoccupante. Talvolta ci si accorge che lo scafo si è deformato perché una porta non si chiude più o un cassetto rimane incastrato. C’è da considerare che, mentre le tensioni del paterazzo e dello strallo possono essere ridotte fino a zero con la barca a riposo, quelle delle sartie restano continuamente ai valori per i quali sono state regolate, salvo ad aumentare quando si trovano sopravento.

Per questo motivo, per inciso, non si deve eccedere nella tensione media delle sartie, accettando che quelle di sottovento, quando si naviga ben sbandati di bolina con vento fresco, siano scaricate (ma non in bando). Le lande sono sottoposte alla “fatica del materiale”, un fenomeno non ancora perfettamente conosciuto e controllabile. Perciò si progettano con ampissimi margini sul carico di rottura.

Fondamentalmente oggi le lande sono di due tipi: il primo, quello comunemente impiegato nel passato, in un solo pezzo, alquanto lungo e collegato allo scafo esternamente o anche internamente, passando in questo caso attraverso la coperta; il secondo in due pezzi, uno sopra la coperta e l’altro sotto, collegati tra loro da più perni passanti. Il pezzo sottostante è poi collegato allo scafo, opportunamente rinforzato nella zona interessata, per mezzo di uno o due adeguati tiranti.

I due pezzi presentano una saldatura tra la parte verticale e quella orizzontale. La saldatura deve essere eseguita a regola d’arte, altrimenti può degradarsi nella struttura interna fino a cedere improvvisamente, con il conseguente disalberamento, cosa realmente avvenuta più volte. Le lande perciò vanno controllate attentamente e sostituite senza indugio se presentano segni di corrosione.

Tratto dal libro Parola di Skipper, Editrice Incontri Nautici di Giancarlo Basile