- Andar per mare
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by sara
RUBRICA SETTIMANALE “PAROLA DI SKIPPER” | LA BOROSA
Attrezzatura
2.0 La borosa
La borosa è la manovra corrente impiegata per la terzaruolare la randa. Questa manovra deve fare una via ben precisa perché la superficie della randa, dopo la riduzione, si presenti ben distesa in moda che la vela risulti appiattita il più possibile, visto che viene chiamata a lavorare nel vento forte.
Sulle imbarcazioni più recenti la borosa, o meglio le borose, visto che normalmente sono due (una per la prima mano e l’altra per la seconda mano), vengono rinviate in un pozzetto, dove vengono agevolmente messe in forza mediante i verricelli generalmente dislocati sulla tuga, ai lati del tambucio.
La manovra corrente è costituita da un cavo di buon tessile prestirato, di sezione almeno pari a quella della scotta di randa, che corre all’interno del boma, fuoriuscendo dalla varea, in corrispondenza dell’apposita puleggia. Un nodo savoia all’estremità del cavo serve a evitare che lo stesso possa rientrare nel boma, quando non viene impiegato. Le due borose e il tesabase della randa normalmente corrono insieme all’interno del boma, dal quale fuoriescono, in corrispondenza della trozza, da tre pulegge affiancate, spesso dotate di strozzatori a levetta. Da qui le tre manovre vengono rinviate in pozzetto.
Dovendo impiegare una borosa, occorre che questa sia convenientemente passata nella “brancarella” corrispondente alla mano di terzaruoli che si sta per prendere. Ciò è bene che venga fatto prima ancora di alzare la vela, in modo da essere poi pronti a ridurne la superficie quando necessario, senza questa preoccupazione. In alternativa si può armare un sottile messaggero dal boma alla brancarella della prima mano e un altro dalla prima alla seconda mano.
Quando serve, la borosa può così essere passata senza pericolose acrobazie sul boma. Il vantaggio di tenere la vela libera dalle borose la maggior parte del tempo è di averla più “pulita” e di evitare che sbattano sulla vela. A questo punto occorre legare l’estremità della manovra corrente al boma, in un punto leggermente a poppavia di dove verrà a trovarsi la brancarella una volta presa la mano, in modo che la borosa, quando viene messa in forza, metta bene in tensione la nuova base della vela.
Oggi che le rande sono quasi tutte non inferite al boma, il nodo migliore da eseguire per questo scopo è quello “d’anguilla”. Si passa cioè la borosa attorno al boma e attorno a se stessa, attorcigliando poi tre volte l’estremità, che così viene immobilizzata contro il boma. Un nodo sicuro, facilissimo da fare e da sciogliere.
Di fianco a alcuni tipi di boma sono previsti golfari scorrevoli per annodarci le borose con un nodo d’arresto (il nodo savoia, per esempio). In questo caso occorre che il golfare sia portato in posizione giusta, cioè, come prima detto, poco a poppavia del punto dove verrà a trovarsi la brancarella, dopo aver messo bene in forza la borosa.
Tratto dal libro Parola di Skipper, Editrice Incontri Nautici di Giancarlo Basile