Roma-Ocean-Word-LocandinaIl 19  ottobre il navigatore Matteo Miceli, skipper romano, classe 1970,  ha preso il largo da Riva di Traiano (Roma) a bordo di un Class 40 (12,18 m). Miceli è un navigatore italiano, noto alle cronache per aver già conseguito due importanti record di traversata atlantica a bordo di un catamarano non abitabile, in doppio con Andrea Gancia nel 2006 e in solitario nel 2012, per importanti vittorie nel circuito d’altura nazionale, nonché per l’opera manageriale prestata da oltre 20 anni presso i cantieri d’Este di Roma.

matteo-miceli01Ed è proprio nei capannoni che si affacciano sulla darsena di Fiumicino che Miceli già nel 2010 ha maturato la sua idea, varando il prototipo dell’Este 40, il Class 40 progettato da Sito Aviles Ramos, poi divenuto, a seguito di una costante ottimizzazione, l’EcoEste 40 sul quale sta navigando. La barca, ci tiene a sottolineare lo skipper, è spartana ma solida, con scafo realizzato in vetroresina attraverso il processo di infusione sotto vuoto. È provvista di paratie stagne che ne garantiscono l’inaffondabilità ed è autoraddrizzante in caso di scuffia.

Matteo Miceli iin cantiereL’avventura in cui si è lanciato Miceli ha preso il nome di Roma Ocean world e prevede 28.000 miglia di navigazione senza assistenza passando per lo stretto di Gibilterra, Capo di Buona Speranza, Capo Horn, circumnavigando il Polo Sud tra i Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti per tornare infine a risalire l’Atlantico, superare le Colonne D’Ercole e fare ritorno a Roma.

matteo-miceliMiceli  sarà costretto a condurre da solo una barca intorno al globo stando costantemente di guardia e riposando a fasi alterne secondo le indicazioni fornite dal cronobiologo Claudio Stampi: un’ora di sonno alternata a venti minuti di veglia. Quindi potrà contare su un routier da terra che gli invierà indicazioni meteorologiche utili per ottimizzare la rotta. Ma tutto il resto Matteo dovrà farlo da sé, compresi l’approvvigionamento energetico e alimentare. Per ottenere questo risultato Miceli col prezioso contributo di tre Università, la Federico II di Napoli, quella di Bologna e La Sapienza di Roma, ha trasformato la sua barca in un vero e proprio laboratorio galleggiante da cui è stata bandita ogni forma di carburante e combustibile fossile (il motore entrobordo è un prototipo elettrico sviluppato ad hoc dalla Lombardini). Lo stesso vale per i gas tradizionalmente impiegati per alimentare fornelli e 1 matteo-miceli650x433stufe. Tutta l’energia che serve a bordo dell’EcoEste 40 è fornita da 12 metri quadrati di pannelli solari, due idrogeneratori e altrettanti generatori eolici. L’autosufficienza alimentare è assicurata da un orto interno alla barca realizzato in vasi basculanti in fibra di cocco, irraggiato artificialmente e concimato con un compost ottenuto con gli scarti biologici di bordo. Qui vengono coltivati germogli, tuberi, fragole, insalata e altre piante utili al quotidiano approvvigionamento di vitamine e sali minerali. Per procurarsi le proteine animali e la vitamina B12,  Miceli pescherà e si nutrirà con le uova prodotte dalla “bionda” e la “mora”, due galline imbarcate in un apposito gavone-pollaio. Ai 180 litri di acqua contenuta nei serbatoi si aggiunge infine l’opera di appositi desalinizzatori.

matteo_miceli_2Il viaggio di Miceli durerà dai 4 ai 6 mesi al termine dei quali il suo tempo sarà ratificato come record di velocità. Ma la vera sfida, accanto a quella certamente dura dello sportivo, sarà fare economia delle risorse disponibili a bordo. Si potrebbe obiettare che è facile dimostrare che una barca a vela è eco-compatibile,  non necessita di altro motore che il vento. Grandi navigatori del passato poi hanno già pienamente testimoniato la possibilità di navigare a impatto zero. Basti pensare a Bernard Moitessier che tra il 1968 e il 1969 per 22 mesi percorse senza scalo 37.455 miglia, privo di entrobordo, generatori e strumentazione elettronica. Ma l ’obie t t ivo del Roma Ocean World non è quello di invocare un ritorno al passato, rinunciando alla modernità e ai benefici che questa può fornire in favore dell’ambiente. La filosofia che anima questo progetto si fonda piuttosto sulla convinzione che la tecnologia e l’ambiente possano già oggi convivere in maniera armonica. Basta assumere un atteggiamento responsabile. Per vivere, consumando e producendo senza fare danni è necessario un cambio di prospettiva.

matteo_miceli_2Miceli nel corso del suo viaggio raccoglierà dati che saranno inviati via satellite al Met, l’istituto di meteorologia britannico. Grazie a dispositivi elettronici capaci di rilevare i movimenti della barca in relazione all’altezza delle onde presenti alle varie latitudini, sarà infatti possibile combinare i risultati ottenuti con i modelli matematici attualmente in uso e stilare un quadro inequivocabile dei mutamenti climatici in atto.

L’esperienza di Miceli sarà sfruttata anche per il futuro dello yacht design, infatti attraverso il calcolo dinamico dello stress subito dalle diverse strutture dell’EcoE-ste40 in navigazione, sarà possibile produrre un diagramma polare della velocità e migliorare la progettazione delle barche impiegate nelle regate oceaniche. Sport, avventura, ecologia, scienza; gli ingredienti per una bella storia ci sono tutti.

Tratto da: Bolina.it

 

Qui sotto riportiamo la presentazione del progetto Roma Ocean World direttamente dalle parole di Matteo Miceli:

1 MatteoMiceli-10-2014“Qualche settimana fa abbiamo presentato il nuovo progetto Roma Ocean World 2009-2014 che vedrà come momento finale il mio giro del mondo senza scalo da Roma a Roma. L’abbiamo presentato alla sede della Provincia di Roma con la partecipazione del presidente Nicola Zingaretti. Nel cortile di Palazzo Valentini mi era stato chiesto di portare Biondina Nera, il catamarano con cui ho fatto il record in Atlantico e la gente che gli si affollava intorno era anche quella che non era venuta per la conferenza stampa… La domanda che si facevano e mi facevano era sempre la solita. Ma perché? Perché una persona che si presuppone fino a quel momento normale, decide di andarsene su un catamarano di sei metri circa da un lato all’altro dell’Atlantico? A questa domanda ormai non rispondo più. Ho risposto per mesi alle persone che me lo chiedevano, ci ho fatto un dvd e un libro sopra, adesso mi permetto con educazione e cortesia di non rispondere più. Rispondo invece quando mi chiedono perchè partire con questa nuova avventura. Provo a cercare di dare qualche idea qui, anche se il discorso è molto lungo e non potrei esaurirlo in poche righe.

ITALY-SAILING-ENVIRONMENT-ECOLOGYIl giro del mondo sarà solo la fase conclusiva di un lungo lavoro di ricerca che durerà 4 anni in cui voglio costruire una barca con la volontà di mettere a sistema una serie di ipotesi e di parametri progettuali avanzati e svilupparli in un prodotto ad alte prestazioni, ecologicamente ed ambientalmente sostenibile e, non ultimo, commercialmente evoluto. Sarà un viaggio duro e molto lungo, lo so, e forse una prima ragione è in questa sfida nella ricerca nella quale credo molto, una nuova sfida non più solo con me stesso ma rappresenta anche il mio primo passo verso un possibile sviluppo etico ed estetico del prodotto nautico che, attraverso il progetto Roma Ocean World 2009/2014, dimostrerà la reale fruibilità di tecnologie, lavorazioni, progettazioni integrate, energie e sistemi propulsivi innovativi’.

1 matteo-miceli-640Siamo pronti a partire, dopo 4 anni di duro lavoro Eco40, questo il nome del Class40 autocostruito, salperà il prossimo 19 Ottobre dal Porto di Riva di Traiano per Roma Ocean World.

Il primo giro del mondo, in solitaria, senza assistenza e senza scalo in completa autosufficienza energetica ed alimentare. A bordo infatti non ci sarà neanche una goccia di combustibile fossile.

Eco40 è equipaggiata con pannelli solari, idroturbine e generatori eolici per la produzione di energia. a bordo ci saranno anche due galline per la produzione di uova, che unitamente alla pesca serviranno per l’alimentazione.”

 

1 Comment

  1. 16/04/2023 at 08:46
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