Una perla è una struttura sferica costituita essenzialmente da carbonato di calcio in forma cristallina deposto in strati concentrici, e prodotta dai tessuti viventi, in particolare dal mantello dei molluschi tipicamente le ostriche. Il termine perla deriva dal latino permula, il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene e la cui forma ricorda la “coscia del maiale”.

In natura la formazione della perla ha inizio quando un corpo estraneo, che potrebbe essere un parassita o un granello di sabbia, accidentalmente penetra nel mantello soffice di un’ostrica, da dove non può essere espulso. Nel tentativo di alleviare l’irritazione, il corpo dell’ostrica assume un’azione difensiva, e comincia a secernere una sostanza cristallina liscia e dura intorno all’oggetto estraneo, che si chiama madreperla. Fino a quando il corpo estraneo resta nel mantello, l’ostrica continua a secernere intorno ad esso la madreperla, strato su strato e dopo pochi anni, il corpo estraneo viene completamente coperto dal lucente rivestimento cristallino. Il risultato è quella bella splendente gemma che chiamiamo perla.

Le perle coltivate subiscono un procedimento quasi identico a quello naturale, l’unica differenza consiste nell’introdurre chirurgicamente il corpo estraneo all’interno dell’ostrica. Le perle coltivate sono suddivise in due categorie: le perle di acqua di mare e perle di acqua dolce. Quelle di acqua di mare sono a loro volta suddivise in tre diversi gruppi di provenienza: le perle Akoya coltivate in Giappone che sono le più lucenti fra tutte le perle del mondo. Le perle Bianche coltivate nei mari del Sud dell’Australia, del Myanmar e dell’Indonesia, che vengono prodotte con grandi ostriche tropicali. Generalmente misurano dai 10 ai 20 mm. E sono molto pregiate per la relativa rarità e le grandi dimensioni. Le perle Nere coltivate nei mari del Sud della Polinesia Francese e anch’esse sono prodotte con grandi ostriche perlifere. Sono estremamente pregiate per il colore splendido ed esclusivo oltre che per le grandi dimensioni. Una curiosità particolare è che, a differenza delle altre, le ostriche che creano le perle nere sono molto più delicate e in ogni coltivazione ne muoiono tantissime. Questo è un altro fattore che le rende così costose e rare.

Si deve l’invenzione della perla coltivata a Kokichi Mikimoto, il più importante produttore di perle dell’industria della perla di coltura moderna. Nacque a Toba il 10 marzo 1858, e iniziò i suoi esperimenti di coltura delle perle nel 1888, alla fine del 1890 depose il primo brevetto sulla coltura di perle Mabe emisferiche. Mikimoto mise il mondo intero a conoscenza di queste nuove tecniche di coltura delle perle, e i suoi sforzi hanno dato vita al nuovo mercato della perla di coltura. Nel 1899 aprì il primo negozio sul Ginza Dori di Tokyo dove tuttora si trova l’edificio, completamente nero, della società che porta il suo nome. Mikimoto morì il 21 settembre 1954.

Le perle d’acqua dolce si trovano in baie e fiumi di tutto il mondo e sono prodotte con molluschi d’acqua dolce in Cina, in Giappone e negli Stati Uniti. Per lo più sono meno lucenti delle perle coltivate in mare. La percentuale di riuscita della coltivazione nelle acque dolci rispetto a quelle marine è più elevata, e questo è il motivo per cui il prezzo è più modico. Queste perle hanno una varietà impressionante di tinte diverse come il colore lavanda, mandarino, malva, verde acqua argentato, pesca e altri ancora. Si trova ogni sorta di forma, da goccia al grano di riso, ma anche ovale o completamente appiattito e da quasi rotonde a ben rotonde. Esistono, ma sono più rare, quelle che sono ben rotonde, e sono perle d’acqua dolce di alta gamma. I diametri delle perle d’acqua dolce variano da 1 e 2 mm fino a 13 mm. Nonostante siano splendide, restano seconde alle perle Akoya, per la purezza delle loro forme. Le perle di acqua dolce sono interamente costituite di madreperla e sono molto più resistenti all’ usura delle altre perle di coltura. I loro prezzi interessanti permettono alle donne di portare delle collane di bella qualità senza dover spendere troppo denaro. Se le perle d’acqua dolce sono di ottima qualità solamente un occhio esperto si accorgerà della differenza con le perle Akoya. Un mollusco di perle d’acqua dolce il hyriopsis schlegeli è capace di produrre fino a 50 perle in una stessa conchiglia. I molluschi sono nucleati, e durante la fabbricazione della perla, strato dopo strato, il nucleo viene disintegrato, fino a che la perla sarà costituita esclusivamente di madreperla.

Sistemi di classificazione delle perle

Si chiama Pearl Grading, il sistema di classificazione delle perle, ovvero la pratica di assegnare dei gradi di qualità ad una perla o ad un gioiello di perle che si basa su degli attributi di qualità definiti dai migliori professionisti dell’industria e dalle authority quali ad esempio GIA e EGL. Purtroppo l’industria della perla nel suo insieme non ha ancora adottato un sistema di classificazione delle perle standard e universale. Il sistema di classificazione delle perle utilizzato varia secondo il fornitore o il venditore delle perle. Il sistema di classificazione delle perle più diffuso e utilizzato nel mercato delle perle è quello sviluppato dal Gemological Institute of America, meglio noto come GIA che raggruppa un insieme di esperti in gemmologia, sotto forma di associazione. 

I sistemi di classificazione delle perle più utilizzati sono due: il sistema AAA-A e il sistema A-D chiamato anche Sistema di Tahiti.

Il sistema di classificazione AAA-A classifica le perle su una scala che va da AAA ad A, con AAA che rappresenta il più alto grado di qualità. Questa scala di classificazione è comune solo per le perle di acqua dolce e per le perle Akoya, ma viene anche accettata per molti produttori di perle Astraliane e di perle di Tahiti:

AAA: Perle della più alta qualità, virtualmente senza difetti. La superficie della perla ha un lustro molto alto, e almeno il 95% della superficie non ha alcun tipo di difetto.

AA+: Perle di alta qualità, molto alto lustro e almeno l’85% della superficie non ha alcun tipo di difetto.

AA: La superficie della perla ha un lustro alto, e almeno il 75% della superficie non ha alcun tipo di difetto.

A+: La perla è ancora considerata una gemma, lustro non molto elevato, la superficie può comportare qualche difetto ma senza superare il 25%.

A: Questo è il minimo grado per le perle, con lustro basso, o con più del 25% della superficie che riporta dei difetti. In molti casi, se una perla viene montata su un pezzo di gioielleria, viene montata in modo da nascondere i difetti, offrendo in questo modo un eccellente gioiello ad un basso prezzo.

Il sistema di classificazione A-D o sistema di Tahiti è intercambiabile con il sistema AAA-A e classifica le perle su una scala che va da A a D, con A che rappresenta il grado di più alta qualità. Questo è il sistema che viene utilizzato in Polinesia Francese basato su uno standard del governo locale per classificare le perle di Tahiti e le perle Australiane

A: La più alta qualità delle perle, molto alto lustro e solo minime imperfezioni su al massimo il 10% della superficie totale della perla.

B: Alto o medio lustro, la superficie può avere alcune visibili imperfezioni su al massimo il 30% della superficie totale della perla.

C: Medio lustro, la superficie può avere alcune visibili imperfezioni fino al 60% della superficie totale della perla.

D: La perla può avere molte leggere imperfezioni non profonde, ripartite sul 60% della superficie, oppure profonde imperfezioni sul 60% della superficie.

La nacre, o madreperla, è l’ultimo fattore di considerazione nella valutazione delle perle. Entrambi i sistemi di classificazione delle perle che abbiamo descritto danno primaria importanza al lustro e alla qualità della superficie della perla al fine di determinare il suo grado di qualità. Bisogna tuttavia tenere presente che altri fattori contribuiscono alla qualità e al grado finale di una perla. Uno dei più importanti è lo spessore della madreperla, che determina la longevità della perla nel passare del tempo.

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