Shelley famoso poeta inglese dei primi dell’ottocento, nell’estate del 1822 si trovava a Pisa con la moglie Mary Godwin e il figlio Percy Florence, nato durante il soggiorno della coppia a Firenze e decisero di trascorrere la stagione a San Terenzo a causa del troppo caldo, fu così che presero in affitto Villa Magni insieme ad una coppia di amici Edward e Jane Williams. Villa Magni fu costruita come monastero nel XVI secolo dai padri Barnabiti, la villa era  un edificio rozzo, squadrato, con un porticato sovrastato da una veranda affacciata sul mare e spesso le onde s’infrangevano contro le colonne del portico. Le stanze erano poche e poste al piano superiore, visto che a quell’epoca il pian terreno era utilizzato per le imbarcazioni e per le attrezzature da pesca. Della villa, ciò che colpì maggiormente le due coppie, fu la sua posizione solitaria all’estremo limite del borgo, e circondata dal bosco. Si narra che il poeta amasse scrivere all’ombra di un leccio, ascoltare la musica di Jane mentre suonava la chitarra e salpare a bordo della sua goletta Ariel, sotto la guida del Capitano Roberts. La vita a Villa Magni era scandita da notti insonni, da letture e da effusioni promiscue, mentre si consumavano litri di tè e frutta a volontà. Nonostante non sapesse nuotare, per Shelley il mare era un elemento da solcare e da contemplare, fonte di ispirazione per le sue liriche e poemi.  Numerose furono a quell’epoca le visite a Villa Magni da parte di molti amici inglesi, compreso Lord Byron e il suo veliero a tre alberi Bolivar. Il 1 luglio 1822, Shelley e l’amico Williams salparono a bordo di Ariel, alla volta di Livorno dove erano attesi dall’editore Leight Hunt. Una settimana dopo, l’8 luglio, Shelley e Williams decisero di imbarcarsi a Livorno sull’Ariel, per tornare a San Terenzo nonostante fossero stati sconsigliati dagli amici a causa dell’approssimarsi di una bufera. La barca, forse troppo leggera per il mare grosso, fu travolta tra Migliarino e la costa di Torre del Lago,  nell’affondamento dell’Ariel,  trovarono la morte Shelley, Edward Williams e il giovane marinaio Charles Vivian. Nessuno assistette al naufragio, e per alcuni giorni si sperò che la barca a vela avesse trovato rifugio da qualche parte, poi il corpo di Williams fu ritrovato sulla spiaggia di Migliarino, quello del marinaio sulla spiaggia di Massa, e infine Shelley venne rinvenuto vicino a Viareggio, con la sua giacca da studente, un libro di Keats in una tasca e uno di Eschilo nell’altra. Il cadavere venne prima sepolto sulla riva e poi dissotterrato il 16 agosto e identificato da Byron e da altri amici di Shelley, i quali provvidero al rito della cremazione con il lancio tra le fiamme di incenso, sale e vino,  le ceneri del poeta, furono raccolte e sepolte a Roma. Mary Godwin e Jane Williams distrutte dal dolore per la perdita dei mariti, per alcuni anni continuarono a vivere insieme tra l’Italia e l’Inghilterra. Per molti anni Villa Magni fu sede di un museo e di una biblioteca dove erano conservati cimeli, libri e ricordi del soggiorno di Shelley e di Lord Byron.