La carta di Piri ReisNel panorama della cartografia antica, quest’opera per tanti motivi è d’interesse davvero particolare. Redatta nel 1513 da un uomo di mare e di scienza turco che nulla aveva da invidiare ai suoi contemporanei colleghi occidentali e che oltre alla sua lingua conosceva l’italiano, il greco, l’arabo, lo spagnolo ed il portoghese, costituisce la metà occidentale d’un planisfero che rappresenta il mondo come, a quell’epoca, si sapeva e, in parte, si supponeva dovesse essere. Come l’autore stesso informa in una delle 24 didascalie (in turco ottomano) che corredano lo spezzone di carta pervenutoci, e come appare evidente da un esame comparativo dello stesso, la carta è compilata riunendo e riducendo alla stessa scala i dati raccolti in diverse carte portoghesi e spagnole (pel nordamerica) del decennio precedente, tenendo altresì in considerazione e modificando le carte tolemaiche d’origine alessandrina che a Costantinopoli, da un sessantennio conquista turca, erano ben note. Per le coste europee, africane e sudamericane (circa dall’Orinoco alla Plata) rilevate da carte portoghesi la rappresentazione è relativamente accurata; più a sud invece il nuovo continente, che piega verso est invece che verso ovest (come p.e. nella carta portoghese cosiddetta del Cantino del 1502), si congiunge alla terra australis incognita né più ne meno come nelle carte tolemaiche avveniva a sud dell’Africa; la zona caraibica, come si apprende da un’apposita didascalia, è delineata in base ad una “carta di Colombo” catturata dai Turchi nel 1501 nel mare di Alboran a bordo d’un galeone spagnolo che da quella zona proveniva. Assai interessante è il fatto che un’altra didascalia riguardante la stessa zona reciti testualmente che “queste coste si chiamano le coste delle Antille… scoperte nell’anno 896 del calendario musulmano… e che un genovese infedele, dal nome Colombo, ha scoperto il luogo…” Quale miglior testimonianza (da parte d’un ammiraglio turco suo contemporaneo, spontanea ed esplicitamente scritta) circa la la genovesità del grande scopritore!

L'Ammiraglio Piri Reis
L'Ammiraglio Piri Reis

Mentre, dello stesso autore, il “Kitab-i Bahryie” (il portolano del Mediterraneo più bello e più completo dell’epoca) era già conosciuto, anche se non a fondo studiato, la carta di Piri Reis è stata rinvenuta negli archivi del Palazzo di Topkapi solo nel 1929; il fatto che menzionasse antiche carte alessandrine e che delineasse le coste dell’Antartide e che rappresentasse il tutto in maniera abbastanza ben proporzionata (cose però assolutamente non uniche nella cartografia di quel tempo; basterebbe fare un po’ di seria ricerca) ha dato la stura nei vent’anni seguenti ad una valanga di ipotesi fanta-archeologiche circa la sua vera origine, a cominciare da extraterrestri e civiltà esistite prima della glaceazione antartica: quest’ultimo è il motivo per cui questa carta è, relativamente, tanto conosciuta.