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by sara
“Parola di Skipper” Un manuale per sopravvivere nel mondo della vela senza farsi del male
- La barca
3.1 L’indice di qualità di una barca
L’indice più conosciuto per caratterizzare le prestazioni di un’imbarcazione è il “dislocamento relativo”, cioè il rapporto tra il dislocamento e la lunghezza al galleggiamento elevata al cubo. È in base a questo parametro che le imbarcazioni vengono suddivise nelle classiche tre categorie: quelle a dislocamento leggero che lo hanno inferiore a 3 kg/m3, quelle a dislocamento medio per le quali è compreso fra 3 e 5 kg/m3 e quelle a dislocamento pesante che lo hanno maggiore a 5 kg/m3.
Questi valori naturalmente cambiano se il sistema di misura impiegato è quello anglosassone, che esprime i pesi in libbre e le lunghezze in piedi, e ciò rappresenta un inconveniente. Ma non è il solo, e neppure il più importante.
Le reazioni di una barca a vela sono determinate dalle azioni dei due fluidi in cui si muove, studiate dalla dinamica dei fluidi, una scienza moderna in cui sono importanti i numeri adimensionali: un esempio è il numero di Reynolds, che esprime il rapporto tra le forze d’inerzia e quelle viscose in un fluido in movimento, descrivendone la tendenza a passare dallo stato di flusso laminare a quello di flusso turbolento.
Sarebbe allora desiderabile che l’indice delle prestazioni fosse anch’esso adimensionale, cioè un numero pure, non legato a unità di misura. In base a queste considerazioni, uno dei più grandi architetti della storia dello yachting, Nathanael Herreshoff, dopo aver studiato a fondo la questione, trovò che il parametro più adatto a fornire una valida indicazione sulle prestazioni di un’imbarcazione a vela è il rapporto tra la lunghezza al galleggiamento “L” e la radice cubica del dislocamento “D” rapportato alla densità dell’acqua “d”.
Qualunque sia il sistema di misura impiegato, il numero risultante dal calcolo di questa formula è lo stesso, ed è un numero puro che non risente dei suddetti inconvenienti. Rispetto al dislocamento relativo ha un altro vantaggio: mentre questo è un rapporto “invertito”, cioè più è piccolo più è indicativo di migliori prestazioni, il numero di Herreshoff è “diretto”, ossia più è grande migliori sono le prestazioni che esprime.
In base a questo le imbarcazioni a vela possono essere così classificate: quelle da crociera pesanti sono rappresentate da un numero di Herreshoff compreso fra 4 e 5, quelle da crociera-regata tra 5 e 6, quelle da regata-crociera tra 6 e 7, quelle convenzionali da regata tra 7 e 8, quelle capaci di planare nell’andatura di bolina tra 9 e 10. Appare evidente che un indice di questo tipo fornisce una valutazione più accurata e più logica del tipo di imbarcazione, rispetto a quella a cui siamo abituati col dislocamento relativo. Nella formula di Herreshoff compare la densità “d”, che per l’acqua di mare è mediamente pari a 1.027 kg/m3.
Nell’acqua dolce una barca è appena un po’ più immersa e quindi in teoria presenta una resistenza all’avanzamento maggiore. La differenza di prestazioni è però trascurabile ai fini della detta classificazione.
Tratto dal libro Parola di Skipper, Editrice Incontri Nautici di Giancarlo Basile