L’Isola di San Pietro, a sud ovest della Sardegna, appare come un sogno al diportista che decide di esplorarla in ogni sua parte, miglio per miglio, scoprendone le calette più suggestive e il mare assolutamente trasparente e incontaminato.

La costa appare alta e rocciosa, con qualche spiaggia che interrompe la durezza delle rocce offrendo degli scorci  mozzafiato.

L’isola è sempre molto ventosa ed è quindi meta ideale per tutti i velisti che cercano il vento buono e la possibilità di ridossi per passare una notte in sicurezza all’ancora.

Infatti, mentre la costa sud, offre ottimi ridossi al maestrale, con ancoraggi comodi e sicuri dato il fondo quasi sempre sabbioso, a nord dell’isola, in particolare nella zona nord ovest a pochissime miglia dall’imboccatura del porto, ci sono ottimi ridossi allo scirocco che può soffiare con forte intensità raggiungendo spesso punte anche di trenta nodi.ù

Proprio in quest’ultima zona dell’isola, selvaggia e incontaminata, ci si può ridossare sotto Capo Sandalo, il faro più occidentale d’Italia, nonché uno dei più belli e affascinanti.

In particolare meritano una visita dal mare, Calavinagra, un fiordo bellissimo dall’acqua cristallina dove, dando fondo all’inizio dello stesso si può nuotare o atterrare in costa tranquillamente col tender, per poi di là visitare l’interno dell’isola caratterizzato da una foltissima macchia mediterranea.

Proprio di là, a pochi chilometri si può visitare l’oasi LIPU di Carloforte, per ammirare il Falco della Regina volteggiare nel cielo.

Menzione meritano anche la spiaggia della Caletta, la spiaggia bianchissima e anche la più estesa dell’isola che però non offre ridossi importanti e che non è consigliabile come rifugio notturno.

Lungo la costa sud, raggiungibile solo via mare, dando fondo a circa 3oo mt dalla costa ma facendo molta attenzione al lato ovest per scogli affioranti ma ben visibili di giorno e ben segnalati dalle carte nautiche, si può visitare la costa della Mezzaluna, caratterizzata da una serie di grotte scavate nelle rocce note come commenditi, di origine vulcanica, raggiungibili solo col tender.

Impossibile, ioltre, non notare Le Colonne, due faraglioni di roccia trachitica emergenti dal mare, situati in prossimità della spiaggia della  Bobba, una piccola cala posta di fronte alla costa dell’Isola di Sant’Antioco.

Carloforte è l’unico centro abitato dell’isola. Fu fondata, durante il regno di Carlo Emanuele III, da una colonia di pescatori liguri provenienti da Tabarka, un’isola al largo della Tunisia. L’origine ligure dei suoi abitanti la si può riscontrare nel dialetto, nelle tradizioni, nei costumi, nell’urbanistica del paese, come si può notare visitando il suo centro storico, in verità tenuto in maniera non proprio impeccabile, e nella cucina: ottime le trofie alla carlofortina, consigliate per chi ama un primo piatto sostanzioso e saporito.

A farla da padrone è comunque il tonno, che viene pescato nelle tonnare locali e consumato in tutte le varianti possibili. Del tonno non si butta via quasi nulla. La bottarga (uova salate), il musciamme (filetto), il cuore e tutte le interiora sono lavorate dalle abili mani dei tonnarotti, in modo artigianale, nel rispetto delle più antiche tradizioni locali. Agli abili ristoratori dell’isola va il merito di aver saputo rispettare la tradizione e di aver preso spunto da essa per arricchirla, elaborando nuovi piatti, soprattutto a base di pesce.

A Carloforte, inoltre da qualche anno, un comodissimo e attrezzato marina turistico, può ospitare barche anche piuttosto grosse. Il problema principale è l’ingresso al porto, dati i bassi fondali e le numerose secche soprattutto a dritta rispetto l’uscita. L’ingresso deve essere effettuato traguardando i segnali posti a un paio di miglia dall’ingresso e una costruzione a  terra descritta accuratamente dai portolani della zona.

Il marina è gestito in maniera impeccabile da personale competente, simpatico e molto disponibile.

Insomma una meta ideale per il diportista che vuole passare una vacanza davvero indimenticabile.

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