L’Augustus fu un transatlantico italiano costruito dai cantieri navali G. Ansaldo & C. di Sestri Ponente per la società Navigazione Generale Italiana di Genova.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, molte compagnie di navigazione hanno progettato la costruzione di nuove navi, una volta che la situazione economica fosse migliorata.
La compagnia italiana Navigazione Generale Italiana ordinò ai cantieri Ansaldo la costruzione di due transatlantici. La prima nave fu il transatlantico Roma, varato all’inizio del 1926, la seconda, varata nel dicembre dello stesso anno fu battezzata Augustus ed ebbe come madrina del varo Edda Mussolini figlia del capo del governo italiano Benito Mussolini. L’Augustus era all’epoca la più grande motonave passeggeri al mondo e a differenza della gemella Roma equipaggiata con propulsione a vapore con caldaie e turbine era invece dotata di propulsione diesel con quattro motori Savoja M.A.N a 2 tempi doppio effetto che sviluppavano 28.000 CV di potenza, consentendo alla nave di raggiungere la velocità di 19-20 nodi. Gli interni erano decorati in stile barocco.
La nave levò gli ormeggi per il viaggio inaugurale il 10 novembre 1927 sulla linea Genova – Napoli – Buenos Aires operando inizialmente sulle rotte verso il Sud America, mentre la gemella era destinata sulle rotte del Nord Atlantico. Successivamente l’Augustus venne destinato alle rotte verso il Nord America effettuando il 28 agosto 1928 il suo primo viaggio Genova – Napoli – New York.
Il 28 dicembre 1931 a New York ebbe termine l’ultimo viaggio sotto le insegne della Navigazione Generale Italiana e al suo arrivo a New York la nave venne trasferita alla neo costituita Italia – Società di Navigazione in quanto dal 1º gennaio la società Navigazione Generale Italiana confluì, insieme ad altre Compagnie di Navigazione nella Italia – Società di Navigazione. La nave fece il viaggio di ritorno da New York a Genova con le insegne della nuova compagnia. La nave fece il suo primo viaggio Genova – Napoli – New York per conto della Società di Navigazione Italia il 1º marzo 1932, mentre l’ultimo avvenne nel settembre 1933, al termine del quale la nave venne nuovamente trasferita sulle rotte per il Sud America.
Nel 1941, nel corso della Seconda guerra mondiale, Augustus e Roma vennero requisite dalla Regia Marina per essere trasformate in portaerei. L’Augustus venne ribattezzato prima Falco e poi Sparviero, ma a causa delle sempre maggiori difficoltà belliche non fu possibile portare a termine i lavori e all’armistizio si trovava ancora in cantiere. Nel settembre del 1944 i tedeschi in ritirata, per impedire l’utilizzo del porto di Genova da parte degli alleati, rimorchiarono la nave all’imboccatura del porto affondandola. Nel 1946 dopo la fine della guerra fu recuperata e successivamente venduta per la demolizione.
Allestimenti interni
A bordo dell’Augustus la distribuzione degli ambienti riservati alla prima classe subì alcune modifiche rispetto a quelli proposti a bordo del Roma: il Salone da pranzo occupava l’altezza di un solo ponte ed offriva in più un Grill-Room riservato al servizio “à la carte”. Queste modifiche si erano rese necessarie per poter predisporre sul ponte sovrastante la grande novità mondiale dell’Augustus: il Ponte Lido, un vastissimo spazio che si estendeva dal fumaiolo di poppa sino al termine della sovrastruttura, scendendo ad inglobare la sottostante veranda. Presso il fumaiolo venne allestita la prima piscina all’aperto mai comparsa a bordo di una nave passeggeri: un ampia vasca rivestita con piastrelle policrome a mosaico e circondata da un colonnato in stile ionico sormontato da un pergolato, il tutto in legno di teak lucido, a cui era appeso un festone in bronzo dorato ospitante le lampade d’illuminazione notturna. Il tutto arredato con sdraio, poltroncine, tavolini ed ombrelloni, al centro un vasto spazio libero per i giochi o i bagni di sole.
Riguardo agli allestimenti dei saloni l’intero ponte superiore ospitante il Fumoir-Bar, la Veranda, la Sala di lettura e scrittura ed il Giardino d’Inverno, venne allestito con una combinazione di stili derivanti dalla tradizione rinascimentale sicula, e per questo motivo fu ribattezzato dalla stampa e dal pubblico “Sicilian Deck”. L’impianto decorativo di questi ambienti traeva ispirazione dall’arte siculo-normanna e siculo-catalana, con le finissime decorazioni dei legni intagliati che rivestivano le pareti, le ogive delle finestre, gli arabescati ferri battuti delle plafoniere e i magnifici dipinti sparsi un po’ dappertutto che ritraevano paesaggi e monumenti storici dell’isola. Il bar sfoggiava un meraviglioso mosaico ispirato alla cattedrale di Monreale, mentre la Veranda, ribattezzata “Patio Siciliano”, offriva pareti bianchissime decorate da un fregio in nero ed oro, soffitto con travi a vista da cui pendevano plafoniere in bronzo dorato e ferro battuto, finestre ad ogiva arabescate da intarsi in legno ed un pavimento a mosaico geometrico in rosso scuro, nero e bianco; ai lati due ampie scalee collegavano l’arioso ambiente con il sovrastante Lido.
Gli allestimenti dell’Augustus erano ispirati al “Tardo Rinascimento” e gli arredi della vasta Aula Centrale, erano caratterizzati dal velluto rosso tizianesco delle pareti intervallate da grosse colonne prismatiche, e della copertura del soffitto a botte decorato con gli affreschi di Galileo Chini; punto focale del vastissimo ambiente era il grande pannello in marmo rosso e bianco di Felice Casorati rappresentate Il Trionfo dell’Imperatore Augusto, posto in cima al Grand Scalone diretto al Foyer d’ingresso. Lo stile dei “più bei palazzi della Palermo settecentesca” fu invece proposto per il Salone delle Feste, dominato da una profusione di damaschi alle pareti e di dorature sui mobili, dalla linea Rococò; al centro del soffitto c’era la cupola dipinta dallo stesso Chini. Il “Settecento piemontese” era ben rappresentato nell’imponente Salone da Pranzo, cromaticamente caratterizzato dall’alternanza dell’azzurro e del giallo oro, arricchito da damaschi rossi ed oro alle pareti e da pilastri in marmo traforato, sovrapposti a specchiere con fregi dorati. Infine, nella confinante Grill-Room, che ospitava il Ristorante “à la carte”, si poteva respirare l’aria del diciottesimo secolo, ispirato dai motivi “Oriental Style”, in un ambiente dalle boiseire in mogano rosso lucido rischiarate da leggeri lampadari rossi e dorati, a larghe foglie, e rilucente per le lacche rosse e celeste giapponesi stese sulle pareti e sormontate da un fregio in seta dipinta giallo oro.
Varo dell’Augustus
(prima parte del video)